Casella Pec piena: la notifica è valida
I liberi professionisti si sono dovuti munire della posta certificata. Chi riceve poche Pec non ha necessità di svuotare periodicamente la casella così come invece si fa, di tanto in tanto, con quella delle email tradizionali.
Proprio per questo non ci chiediamo cosa potrebbe succedere se un giorno, proprio perché si ha la casella di posta elettronica certificata piena, la Pec dovesse tornare indietro al mittente? E nel caso di comunicazioni con posta certificata da parte dei Collegi?
Che valore avrebbe la notifica: si potrebbe considerare ugualmente valida oppure andrebbe ripetuta, magari nelle forme tradizionali con la raccomandata A/R?
La risposta all’ interrogativo è stata fornita dalla Cassazione con una sentenza di venerdì scorso [Cass. sent. n. 54141/17 dell’1.12.2017].
La pronuncia è di particolare interesse per tutti i professionisti, per legge tenuti ad avere un indirizzo email certificato: essa spiega infatti come comportarsi quando il destinatario di una pec ha esaurito lo spazio libero, magari per un eccesso di spam o perché non si è curato di svuotare la casella.
Vediamo dunque cosa hanno detto i giudici supremi.
Se la casella mail relativa alla Pec è piena, la mancata notifica da parte del mittente è imputabile solo al destinatario che avrebbe dovuto accorgersi, per tempo, di aver esaurito i giga di spazio o, in caso di un eccesso di posta indesiderata, installare un software antispam per evitare messaggi affollassero il suo indirizzo di posta.
Dunque, se la mancata ricezione della Pec dipende dal fatto che la casella del destinatario risulta piena, motivo che comporta il rifiuto del messaggio da parte del sistema, la notifica si considera ugualmente valida.
La pronuncia elenca una serie di accorgimenti che il professionista è tenuto ad adoperare per il corretto funzionamento della casella Pec. Ad esempio è tenuto a «dotare il terminale informatico utilizzato di software idoneo a verificare l’assenza di virus informatici per ogni messaggio in arrivo e in partenza e di software antispam idoneo a prevenire la trasmissione di messaggi di posta elettronica indesiderati», a conservare «le ricevute di avvenuta consegna dei messaggi trasmessi », a munirsi di una casella di posta elettronica certificata che «deve disporre di uno spazio disco minimo definito nelle specifiche tecniche, a dotarsi di servizio automatico di avviso dell’imminente saturazione della propria casella di posta elettronica certificata e a verificare l’effettiva disponibilità dello spazio disco a disposizione».