Introduzione del BIM dal 27 gennaio 2018
L’obbligo del Bim entra in vigore nel 2019 per le grandi opere pubbliche secondo il calendario fissato dal decreto Bim (Dm Infrastrutture n.560/2017pubblicato da Mit lo scorso 12 gennaio).
Il primo appuntamento concreto scatterà appunto nel 2019 e riguarderà tutti i progetti pubblici di importo superiore a cento milioni. Poi, dal primo gennaio 2020, si passerà alle opere di importo superiore ai 50 milioni. Dal 2021 a quelle superiori ai 15 milioni. Fino al 2025, quando saranno coinvolte dall’obbligo di utilizzare il Bim nella progettazione e gestione anche le opere sotto il milione.
Però di fatto, tutti i progetti di opere pubbliche che non sono stati ancora avviati ma sono partiti dal 27 gennaio 2018 rientrano nel campo di applicazione del decreto. Quindi, il Bim può e deve essere utilizzato fin da subito, se lo Studio di progettazione è pronto, i progettisti sono formati e il software è stato acquistato.
La possibilità di ricorrere al Bim prima delle scadenze obbligatorie indicate dal decreto viene menzionata nell’articolo 56 che stabilisce che le stazioni appaltanti in regola con gli obiettivi di formazione del personale e dotate di adeguate attrezzature informatiche, dal 27 gennaio 2018 potranno richiedere a imprese e progettisti di gestire tramite Bim nuove opere, interventi di recupero, riqualificazioni e varianti. Nell’articolo 9 sull’entrata in vigore, le stazioni appaltanti hanno anche la facoltà di richiedere la gestione in Bim delle varianti di interventi banditi anche prima dell’entrata in vigore del decreto. Il passaggio al BIM è un passo importante per il settore delle costruzioni.
L’adozione “di metodi e strumenti elettronici” (cit. Art.23 comma 13 Dlgs 50/16) rappresenta l’occasione per innovare la modalità in cui vengono realizzate, gestite e comunicate tutte le informazioni relative ad un progetto; la smaterializzazione del dato, la digitalizzazione delle informazioni attraverso modelli progettuali virtualizzati, la loro gestione attraverso piattaforme interoperabili, ci proiettano in un futuro in cui si ridurranno significativamente gli errori e sarà estremamente più facile comunicare, gestire e controllare il risultato del lavoro del progettista.
Si allega il Decreto